Come il Covid allenta la presa – in termini di contagi e di vittime – così gli uomini e le donne di quasi tutte le nazioni coinvolte pensano di poter tornare alla vita di prima senza più freni inibitori, malgrado i molti richiami alla prudenza, all’attenzione che bisogna avere per evitare cadute iniziali o ricadute, per sé e per chi incontriamo. Tornano d’attualità i viaggi che riprendono a pieno ritmo verso quasi tutte le destinazioni e con tutti i mezzi a disposizione; c’è da augurarsi che non prevalga la categoria dei turisti furbetti e che vengano osservate le cautele sanitarie, le restrizioni imposte. Se viaggi e vacanze debbono essere, allora lo siano sino in fondo, così come 3200 anni fa lo è stato per uno dei più famosi viaggiatori della terra: Ulisse-Odisseo, eroe greco che nel 1184 a.C. – con 12 navi e 500 compagni d’arme, lascia da vincitore Troia per far ritorno ad Itaca, la sua piccola isola regno, dove l’attendono la consorte Penelope e i suoi cari. Non è dato sapere se a quei tempi i porti fossero chiusi per qualche pandemia o problema sanitario; quello che è certo è che viaggiare doveva essere un’avventura densa di pericoli e di imprevisti, duri da affrontare e risolvere. Lo scoprirà sino in fondo Ulisse, che solo dieci anni dopo (1174 a.C.) riuscirà ad approdare a Itaca.
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