Sappe e Uilpa Polizia Penitenziaria Contro Chiusura Base Navale di Favignana

Sappe e Uilpa Polizia Penitenziaria tornano a sollecitare attenzione sulla chiusura della Base navale del Corpo sull’isola di Favignana. Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria ha indetto, per il proprio 12 settembre, una riunione sindacale per trattare della chiusura che riguarda anche le Basi di Napoli e Porto Azzurro. “Seppure le sorti dei tre presidi nautici del Corpo sembrerebbero essere già segnate – si legge nella nota diffusa dal sindacato – dal momento che come al solito il Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria rifiuta ogni confronto trincerandosi dietro la previsione dello scellerato D.M. 2 ottobre 2017, ci batteremo con tutte le sue forze per scongiurare l’ennesimo grave tentativo di ridimensionamento di fondamentali servizi come quello navale”. Una circostanziata relazione sarà presentata dal Sappe ai vertici del Dipartimento e si chiederà di “valutare l’opportunità di mantenere operativi gli indispensabili presidi navali della Polizia Penitenziaria anche al fine di non disperdere la straordinaria professionalità e competenza acquisita dai nostri poliziotti navali”. La Uilpa Polizia Penitenziaria, per mano del Segretario generale Angelo Urso, ha inviato una nota al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ai due sottosegretari del Ministero e al capo del DAP Francesco Basentini. “Non si capisce – scrive Urso – quale sia la logica che ha determinato la soppressione parziale di un servizio identico in tutti i siti navali della Polizia Penitenziaria, come se il mare e le traduzioni dei detenuti a Livorno e Venezia [ndr. Le uniche due basi che resterebbero attive] siano diversi da quello delle altre sedi. Il servizio, a nostro avviso, doveva rimanere nelle competenze della Polizia Penitenziaria proprio per la una specificità riconducibile prevalentemente al supporto del servizio di traduzione dei detenuti. A ciò si aggiunga che la soppressione dei predetti siti navali non è nemmeno certo che procurerà alcun vantaggio economico, in quanto le barche, siano esse della Guardia di Finanza o della Polizia Penitenziaria, comunque dovranno esserci, così come l’equipaggio e le scorte, anzi queste ultime non potranno più essere ridotte approfittando del fatto che i colleghi presenti su di essa potevano essere considerati, in parte, componenti della scorta. E se, come sembra, invece che con il supporto della Guardia di Finanza le traduzioni verranno effettuate sui traghetti di linea a risentirne saranno principalmente la sicurezza del servizio e dei cittadini che si trovano sui natanti, ma anche i tempi d’impiego con i relativi costi”. Second il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria “in questi casi più dell’aspetto economico dovrebbe prevalere quello della sicurezza, ‘cavallo di battaglia’ di questo Governo al punto che loro esponenti (M5S), prima delle elezioni, hanno paradossalmente presentato specifiche interrogazioni parlamentari chiedendo la modifica della normativa ora contestata”. “Ciò che chiediamo oggi – conclude Urso – è solo e soltanto coerenza rispetto alle cose da voi dette e fatte perché altrimenti, come operatori della sicurezza, ma anche e soprattutto come cittadini, non potremmo che indignarci nei confronti di una classe politica che di nuovo avrebbe soltanto i nomi o i simboli”.

Direttore Responsabile Salvatore Morselli. Editore Team Italia srl.

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